RIVOLI, 25 ANZIANI MORTI NELLA CASA DI RIPOSO / I SINDACATI: “CONTAGIATI OSS E INFERMIERI”

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di MARTINA CIANO

RIVOLI – Oggi, venerdì 10 aprile, si sta svolgendo un presidio di delegati della Cgil, Cisl e Uil davanti alla Rsa Bosco della stella di Rivoli. Nella struttura, sarebbero morti 25 anziani nell’ultimo mese. Lo hanno reso noto i sindacati durante la conferenza stampa ed è forte il dubbio che tra questi decessi ci possano essere anche delle vittime di Covid-19: i tamponi non sono mai arrivati e non si sa. Al momento si tratta soltanto di un’ipotesi: le cause dei 25 decessi non sono state ancora rese note ai rappresentanti dei lavoratori.

I sindacati hanno mandato una segnalazione alla casa di riposo già il 23 marzo. Chiedevano mascherine, protezione per i degenti e gli Oss. Inoltre denunciavano già sospetti casi di contagio. Nei giorni precedenti e successivi, alcuni Oss e infermieri si sono ammalati: due sono ricoverati in ospedale. “I tamponi sono stati fatti solo recentemente e a pochissime persone, ma il contagio è avanzato comunque”, spiega un sindacalista.

Chiediamo che venga fatto il tampone a tutti, in quanto ci sono dei positivi anche tra i dipendenti, è la prima cosa da fare per evitare che il contagio continui” – ha dichiarato Yuan Tafur della Cgil – al momento nella RSA ci sono 5 anziani positivi, e 5 operatori contagiati e 35 lavoratori in mutua, più del 60% del personale”. 
“Sono stati forniti ai dipendenti dei dispositivi di protezione individuale a gocce – ha affermato il responsabile Uil Fpl Michele Nessenzia – Proprio ieri abbiamo invitato i lavoratori a non firmare l’autocertificazione in cui dichiaravano di avere i materiali protettivi”.
Anche Sabatino Basile, responsabile CISL Fisascat è intervenuto: “La domanda che poniamo alla committente è: in quanto tempo riusciranno ad avere i fondi per seguire le linee guida del ministero? È già un mese che abbiamo lanciato l’allarme e ancora non abbiamo avuto riscontro. Vorrei soffermarmi anche sul fatto che, nonostante le disposizioni dell’11 marzo, i parenti avrebbero continuato ad entrare e uscire dalla struttura. Chiediamo dei controlli più severi anche in questi luoghi”.

 

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