COLLEGNO E LA VIOLENZA SULLE DONNE: POCA PARTECIPAZIONE DEI PIÙ GIOVANI

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di REBECCA DE BORTOLI

COLLEGNO – In occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, la città di Collegno ha creato dei momenti di raccolta per cercare di sensibilizzare e porre l’attenzione riguardo ad un tema su cui c’è ancora troppa strada da fare.

La città ha registrato negli ultimi vent’anni sei vittime di femminicidio, che sono state ricordate ieri mattina dinanzi la Villa Comunale all’interno del Parco Generale Dalla Chiesa, evento a cui hanno presieduto rappresentanti di diversi settori dell’amministrazione pubblica, dal sindaco della città ad alcuni rappresentanti del centro donna e di Villa Cinque, nato nel 1999 e diventato col tempo un centro anti violenza.

L’evento è stato realizzato per ricordare le vittime “senza giustificazione di cui si parla ma per cui non si agisce abbastanza”, così ha affermato l’Assessora per le Politiche Sociali e Pari Opportunità, secondo cui il modo giusto per affrontare questo problema, che è senza dubbio un problema sociale e sistemico che non sembra vedere negli anni alcun tipo di miglioramento, dovrebbe essere la creazione di reti e collaborazioni tra persone e tra Comuni per abbattere l’individualismo e dar vita a un percorso di prevenzione.

L’Assessora ha presieduto anche alla proiezione del film “Sul corpo della sposa”, iniziativa promossa da Amnesty International e ospitata all’Ecomuseo di Collegno, dentro il Villaggio Leumann, in cui hanno potuto intervenire due dottoresse dell’Asl To3, un’educatrice presso il consultorio e una ginecologa. Le due lavoratrici hanno aperto una lente d’ingrandimento sui passi avanti che si sono fatti, alcuni troppo pochi e troppo tardi, per esempio hanno voluto sottolineare quanto recentemente la legge inerente allo stupro sia stata dichiarata una legge contro la persona e non contro la morale.

In più hanno spiegato al pubblico come la Regione Piemonte abbia finanziato l’Asl per aiutare le donne e prevenire le violenze. Il neo compito sarebbe quello di formare un’equipe professionale che tratti le tematiche in modo approfondito sotto ogni punto di vista, dall’ascolto alla cura fisica della persona.

Questi sono stati solo alcuni degli eventi che si sono svolti sul territorio. Infatti i lunghi metri che compongono corso Francia hanno visto molte iniziative prender vita, da Collegno a Rivoli, dove da giorni vengono ospitate iniziative. Come ad esempio la mostra-illustrazione dal titolo “Com’eri vestita” situata nell’atrio del Palazzo Comunale di Rivoli, composta dalla raffigurazione di diciannove vestiti indossati dalle donne vittime di violenza sessuale volta a decostruire i pregiudizi che ci sono intorno alla troppo sovente colpevolizzazione che viene fatta alla vittima. Oppure la Camminata in rosso avvenuta al Parco di Collegno, che hanno cercato di portare un messaggio.

Nonostante questa rete di iniziative che si è andata a creare le partecipazioni sembrano ancora troppo scarne, specialmente per quel che riguarda la partecipazione giovanile che in periferia rimane ancora di difficile aggregazione. Soprattutto ci sarebbe da chiedersi come mai ci sia una netta divisione tra le istituzioni e associazioni formate solo da persone adulte e i giovani e le giovani che trovano una più facile aggregazione nelle piazze, in particolare gli eventi svolti nella giornata del 25 novembre che, a Collegno, hanno visto una partecipazione esclusivamente adulta.

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