ALPIGNANO, LA QUERELA DEL SINDACO CONTRO IL GIORNALE E IL DIRITTO DI CRONACA

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di FABIO TANZILLI

ALPIGNANO – La “querela temeraria”, con probabile intento intimidatorio, fa parte del “rischio” che ogni giornalista e giornale indipendente corre. In quasi 20 anni di attività da giornalista ne ho ricevute parecchie, da politici di ogni partito e vari personaggi, ma sono tutte finite archiviate. C’è stato solo un caso in 19 anni di professione in cui sono andato – insieme al mio allora ex direttore – in tribunale, e anche in quell’episodio il giudice aveva dato ragione alla stampa e avevamo vinto la causa, completamente assolti.

Il caso esemplare è quello del sindaco di Alpignano Andrea Oliva, che a proposito del caso dell’ex assessore Pirrazzo – alcuni giorni fa – ha annunciato di aver querelato il nostro giornale per aver dato pubblicato un’interrogazione che è stata presentata e protocollata in municipio dai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle.

Sotto all’interrogazione dei consiglieri, nella stessa pagina abbiamo pubblicato anche il comunicato di un altro gruppo di minoranza (Alpignano Democratica) che interveniva sul tema quello stesso giorno. Tra l’altro non si trattava neanche di un articolo, ma dello spazio libero e di confronto che da sempre CinturaOvest, come ValsusaOggi, riserva a tutti i gruppi comunali dei vari paesi del territorio di cui ci occupiamo: ogni gruppo politico, associazione o movimento può mandare comunicati stampa, o comunque condividere le loro attività senza alcuna censura e nello spirito del libero dibattito democratico. Si tratta del diritto di cronaca, della libertà di stampa, della normale e sana dialettica democratica all’interno di una comunità.

In quell’interrogazione non ci sono accuse, non c’è diffamazione, non c’è offesa. I consiglieri fanno delle domande, legittime per il ruolo che ricoprono come rappresentanti dei cittadini in un ente pubblico, considerato che il sindaco è il primo cittadino del paese. Chiedono se è stato coinvolto nelle indagini, e chiedono da quando era a conoscenza della condanna di Pirrazzo. Domande legittime, dove non emerge alcuna accusa nei confronti di Oliva. Tra l’altro abbiamo anche modificato il testo a seguito della ulteriore precisazione dei 5 Stelle, che hanno ribadito di non aver offeso nessuno, ma semplicemente di aver fatto delle domande. Che sono queste:

1) Quando e in quale circostanza è venuto a conoscenza del procedimento penale a carico del dottor Pirrazzo?

2) Lei è stato coinvolto in qualche maniera nelle indagini per il processo a carico del dottor Pirrazzo?

Oliva si è probabilmente arrabbiato perchè i 5 Stelle hanno chiamato in causa il fatto che con la sua società informatica abbia lavorato per il Comune di Brandizzo dal 2008 al 2016 e  che nell’ambito delle indagini siano stati analizzati anche i computer dei vigili urbani condannati dalla Corte d’Appello di Torino. Ma in quell’interrogazione, pubblicata dal nostro giornale, non c’è alcuna accusa, nessuna offesa, nessuna diffamazione: soltanto domande.

Tra l’altro è stato proprio il nostro giornale a chiedere a Oliva, come già avvenuto in passato, una replica all’interrogazione dei 5 Stelle e al comunicato di Alpignano Democratica. Si tratta di una “procedura” normale che si fa in ogni paese:  il cosiddetto “botta e risposta” dove ogni parte politica ha la possibilità di esprimere la propria posizione. La sua risposta al nostro collaboratore è stata “vi querelo”, senza fornire ulteriori repliche o risposte. Ha chiesto di chiamare l’assessore che si occupa di Comunicazione nel Comune, ma alle telefonate non ha mai risposto.

Ecco, a fronte di questa triste vicenda, l’unica cosa che vogliamo dire al sindaco Oliva e ai nostri lettori è che tutto questo non ci fa paura, né ci intimorisce. Continueremo a scrivere articoli su Alpignano, a seguire i consigli comunali, a dare voce ai vari gruppi politici e ai cittadini. Questo è il compito mio e della nostra redazione, del nostro giornale.

Le querele non servono, caro sindaco Oliva. Continueremo a svolgere il nostro lavoro senza paura, ribadendo che l’unico nostro padrone è il lettore.

 

 

 

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