CORONAVIRUS, LA STRANA LETTERA DELL’ASL ALLE CASE DI RIPOSO: “I RICOVERATI COVID POSSONO TORNARE IN STRUTTURA”

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di ELISA BENSO Ospiti trasferiti dagli ospedali alle Rsa, anche con il rischio che possano essere ancora positivi. Accettazione di nuovi utenti, ma senza tamponi. Sono alcuni dei punti di un documento dell’Asl To3 datato 4 aprile e intitolato “Indicazioni e procedure operative per Rsa e residenze e strutture sanitarie per anziani, disabili e minori”, in riferimento al piano anti Covid-19. “Gli ospiti della struttura – è un passaggio dell’atto – ricoverati in un presidio ospedaliero per il Covid-19, possono fare ritorno nella struttura d’origine dopo completa stabilizzazione clinica, attestata nella lettera di dimissioni, senza attendere la negativizzazione dell’infezione di Sars-Cov-2”. In piena pandemia, nella nostra Regione veniva quindi consentito il trasferimento di pazienti dagli ospedali alle Rsa, luoghi sempre più colpiti da focolai. Non solo. In un altro punto c’è scritto che “è possibile accogliere nuovi utenti in struttura”. Restano vietati gli ingressi dei visitatori, per limitare l’avanzata del contagio. Ma viene permessa l’accettazione di nuovi ospiti, senza che venga loro fatto il tampone. Il nuovo arrivato viene messo in isolamento per 14 giorni, in una stanza da solo, possibilmente, dopo di che è considerato non contagioso. La necessità di effettuare i test virologici “a tutta la popolazione degli ospiti presenti e degli operatori” è stabilita invece al “verificarsi di un caso Covid”, come sostiene la normativa regionale emanata il giorno prima dell’atto. Un capitolo nero delle Rsa riguarda l’assenza di personale: molti Oss sono rimasti decimati dal virus e nelle case di riposo gli anziani sono sempre più soli. Eppure nel documento non si propongono sostituzioni. Anzi. “In considerazione della notevole carenza registrata di operatori socio sanitari in isolamento domiciliare per Covid-19 – c’è scritto – in deroga alle vigenti normative di settore, relativamente alle prestazioni assistenziali, fermo restando la garanzia dell’assistenza medica ed infermieristica, è consentito erogare minutaggi di assistenza tutelare alla persona inferiori agli standard previsti, al fine di consentire il risparmio di personale di riserva e favorire un adeguato turnover degli stessi e il rimpiazzo di quelli eventualmente contagiati”.
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