CORONAVIRUS A COLLEGNO, L’ODISSEA DI MAMMA E FIGLIA: “NON CI DICONO NULLA DA SETTIMANE”

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LETTERA FIRMATA

COLLEGNO – Buongiorno. Ho letto l’articolo della famiglia di Collegno chiusa in casa da un mese per i tempi dell’elaborazione dei tamponi. Io mi trovo nella stessa situazione, io e mia figlia sigillate in casa da quattro settimane. Secondo il tampone fatto il 31 ottobre e ad oggi non c’è ancora l’esito. Queste cose vanno denunciate.

Il nostro isolamento fiduciario continua finché non arriveranno gli esiti, con tutti i disagi lavorativi, psicologici e personali (ho una mamma invalida al 100% che necessita di assistenza 24 ore su 24) che ne conseguono.

In data lunedì 12 ottobre mia figlia di 17 anni inizia ad avere raffreddore e 37º di febbre quindi per precauzione il giorno successivo la tengo a casa da scuola; il martedì 13 ottobre i sintomi si fanno più pesanti (mancanza di gusto, olfatto, leggera difficoltà respiratoria, dolori fortissimi alle gambe, ai reni e alla testa).

Contatto il medico che la segnala sul portale per andare a effettuare il tampone; contatto il mio datore di lavoro e la scuola di mia figlia. In data 14 ottobre la porto a fare il tampone e dopo ripetute telefonate finalmente il sabato 17 riesco ad avere l’esito e mi dicono essere positivo.

L’infermiera del SISP mi passa una dottoressa e insieme tracciamo tutti i contatti che mia figlia aveva avuto nelle quarantott’ore precedenti la manifestazione dei sintomi. Avviso ovviamente della positività la scuola e il mio datore di lavoro (premetto che io mi ero messa in isolamento volontario da quando mia figlia ha manifestato i primi sintomi).

Il venerdì 16 ottobre anche io inizio avere gli stessi sintomi di mia figlia e a stare male e nel frattempo ci arriva la comunicazione dell’isolamento fiduciario fino al 31 ottobre. Il lunedì 19 io mi reco a fare il tampone (su richiesta del SISP) e in data 28 ottobre arriva l’esito (avuto dopo innumerevoli mie telefonate): negativo.

Dal SISP però mi dicono che vivendo con una persona positiva, essendo io sintomatica ed essendo trascorsi troppi giorni dalla data dell’effettuazione alla data dell’elaborazione del tampone, lo stesso potrebbe avere perso la carica virale e che quindi l’esito potrebbe essere un falso negativo e pertanto non attendibile.

In tale data erano comunque già trascorsi dieci giorni dal primo tampone di mia figlia e avrebbe dovuto ripetere il secondo ma essendo sia io che lei in isolamento fiduciario, non potevamo spostarci neanche per recarci a fare il tampone e quindi avremmo dovuto attendere fino al 31 ottobre o l’alternativa era che venisse l’Asl a casa a farglielo ma i tempi sarebbero stati biblici).

In data 17 ottobre, visti i sintomi miei e di mia figlia, ci è stato detto che ci avrebbero contattati quotidianamente per monitorare la nostra situazione di salute e valutare se fosse il caso o meno di fare intervenire l’unità di emergenza affinché si accertassero personalmente del nostro stato di salute (io ho una patologia autoimmune e quindi, a detta loro, più predisposta a sviluppare sintomi importanti). Ad oggi sono passate quattro settimane non ho ricevuto la chiamata di nessuno.

Il 31 ottobre ci rechiamo entrambe su appuntamento per fare il secondo tampone e ad oggi 9 novembre (ho chiamato questa mattina) l’esito non c’è ancora e finché non arriverà noi continuiamo ad essere in isolamento fiduciario. Tutto questo ovviamente a livello psicologico è veramente pesante, premesso che sicuramente chi è negli ospedali con sintomi ben più gravi sta peggio di noi, però non nego che tutto ciò comporta delle conseguenze psicologiche, lavorative e anche personali non indifferenti.

Io ho una mamma invalida al 100% rimasta vedova improvvisamente il 17 maggio, che ha bisogno di assistenza continua; la badante che si prendeva cura di lei è tornata in Russia quindi adesso ci sono due amiche di mia mamma che volontariamente si stanno prendendo cura di lei. Altra incongruenza: se io vado sul mio fascicolo sanitario accedendo con le credenziali del sistema Piemonte c’è un esito che riporta ” vedi allegato” ma ovviamente non c’è nessun allegato tant’è che anche gli operatori del Sisp mi hanno detto che sull’elaborazione del mio primo tampone ci sono un po’ di incongruenze e a causa di ciò ho dovuto ripetere il secondo tampone (il 31 ottobre) e sono tutt’ora in isolamento fiduciario.

Mi congratulo comunque con tutto il personale del Sisp sempre gentile e molto disponibile che sicuramente sta facendo i salti mortali in una situazione così complicata e di assoluta emergenza.

La settimana scorsa ho telefonato per cercare di sollecitare l’esito spiegando il disagio legato alla situazione di mia mamma e mi ha detto che avrebbero fatto il possibile; era martedì scorso e oggi ho ritelefonato per sollecitato nuovamente e mi hanno detto che mi ricontatteranno nel pomeriggio o al massimo domani mattina.

Cosa altrettanto assurda è che in data 28 ottobre vengo contattata dall’Asl di Pinerolo per sapere quale scuola frequentasse mia figlia (visto l’esito positivo del 17 ottobre) per poter procedere alla quarantena per tutta la classe! Peccato che in tale data la quarantena fosse già finita e effettuata regolarmente, vista la mia tempestiva comunicazione alla referente Covid dell’Istituto e grazie alla comunicazione immediata del SISP di Rivoli alla scuola stessa.

Altra piccola anomalia: una persona che conosco personalmente ha fatto il tampone in data 3 novembre (sempre all’ospedale di Rivoli) ed in data di venerdì 6 novembre aveva già gli esiti. La domanda sorge spontanea: con che criterio vengono analizzati i tamponi? So di non essere la sola in questa situazione, ma ritengo che certe cose debbano essere rese pubbliche.

 

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