RIVOLI E LA BUFERA GENDER, IL COMUNE: “NON INTERFERIREMO SULLE SCUOLE, IL SINDACO NON HA VOTATO LA MOZIONE PERCHE È DIVISIVA”

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di FABIO TANZILLI e SILVIA MICCOLI

RIVOLI – Continuano le polemiche sulla mozione approvata dal consiglio comunale di Rivoli, con i voti risicati della maggioranza contro la teoria Gender e proponendo di fatto un “controllo” sull’operato delle scuole di Rivoli. Una mozione che sta mettendo in imbarazzo l’amministrazione comunale e che ha suscitato parecchie reazioni negative.

A tal proposito il sindaco di Forza Italia Andrea Tragaioli (che è anche assessore all’Istruzione) al momento preferisce non intervenire direttamente sulla vicenda e non rilascia dichiarazioni ufficiali.

Anzi, durante la votazione si è proprio assentato dal consiglio e non ha voluto approvare la mozione della Lega, insieme ad altri membri della maggioranza. Di fatto è noto che a Rivoli non governa solo un partito, ma si tratta di una coalizione dove il peso forte ce l’ha la Lega, a seguito del risultato ottenuto alle elezioni comunali 2019 e del numero di consiglieri che sostengono lo stesso Tragaioli e che gli consentono di fare il sindaco.

Ma vista la bufera scoppiata per questa mozione, considerata da molti “medievale”, dall’amministrazione comunale rassicurano che non vi sarà mai nessuna interferenza sulla programmazione didattica delle scuole. “La mozione è un atto puramente politico, non è una delibera di giunta, non viene approvata da alcun funzionario comunale e non intaccherà mai l’autonomia e la libertà d’insegnamento a Rivoli”.

In soldoni, si tratta di un atto più “ideologico” che pratico e concreto, essendo la stessa delibera “copia-incolla” che la Lega fa circolare in tutti i Comuni e che propone sia quando è in minoranza che in maggioranza.

Dall’amministrazione comunale fanno sapere che il sindaco ha scelto di non votare quella mozione “essendo divisiva”: Tragaioli ha ritenuto di non partecipare al voto perché non vuole schierarsi pro o contro, e per ribadire la sua intenzione di essere al di sopra delle parti, “il sindaco di tutta la città”.

Toccherà poi ai cittadini stabilire se la scelta del sindaco è stata giusta, sbagliata o un autogol. Sicuramente al momento ci sono argomenti e problemi ben più importanti di cui si deve occupare un Comune come Rivoli, piuttosto che perdere tempo sulle teorie Gender.

Intanto sta riscuotendo successo una raccolta firme online per richiedere il superamento della mozione “I rischi della cultura gender”, proposta dalla Lega e approvata in seduta consiliare. Insegnanti, studenti, cittadini ed educatori hanno fatto fronte comune e quasi 1000 persone (al momento della pubblicazione dell’articolo) hanno sottoscritto la proposta, contro la decisione del Consiglio. Nella raccolta firme pubblicata su “change.org” si propone al sindaco, Andrea Tragaioli, di “chiedere al consiglio comunale di annullare questa mozione presentandone una nuova correttiva e nell’attesa non dare seguito a quanto richiesto dalla mozione”.

Mentre contro la mozione del consiglio di Rivoli si schiera anche la Città Metropolitana di Torino:  “La mozione approvata dal Consiglio comunale di Rivoli è inaccettabile e va contro la nostra Costituzione, i firmatari annullano con una mozione decenni di autonomia scolastica e tanto lavoro nelle scuole anche in tema di educazione sessuale, dimostrando un atteggiamento fortemente discriminatorio”. La consigliera metropolitana delegata all’istruzione Barbara Azzarà interviene sul documento votato dalla maggioranza del Consiglio comunale di Rivoli “i rischi della cultura gender”. “Faccio mie le parole che la dirigente scolastica dell’istituto Darwin di Rivoli – aggiunge Azzarà che oltre ad essere amministratore pubblico di Comune di Torino e Città metropolitana è una insegnante  – ricordando che il nostro faro è l’articolo 3 della Costituzione: compito degli insegnanti e degli educatori è accompagnare le studentesse e gli studenti ad essere cittadini del mondo, responsabili dei propri diritti e dei propri doveri, a perseguire la propria crescita umana e professionale, senza ostacoli, senza impedimenti legati al sesso, alla razza, all’orientamento religioso, politico, linguistico”.

La consigliera metropolitana Azzarà conclude precisando che le relazioni richieste alla scuola dai consiglieri della maggioranza di Rivoli sarebbero lesive della dignità professionale dei docenti ed in contrasto con l’articolo 33 della Costituzione italiana.

 

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