RIVOLI PIANGE LA MORTE DI MANGONE: IL RE DELLE BICI VITTIMA DI UN INCIDENTE

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RIVOLI – Un lutto per tutti gli amanti del ciclismo a Rivoli e in Valsusa. La vittima dell’incidente di ieri in bicicletta a Cumiana è Ernesto Mangone, aveva solo 45 anni. Mangone era molto conosciuto per la sua attività professionale: insieme al fratello Giuseppe, era titolare dell’omonimo negozio Mangone Bike a Rivoli.

IL TRAGICO INCIDENTE A CUMIANA

L’incidente è avvenuto domenica 31 gennaio. Ernesto Mangone è morto in seguito a una caduta in località Comba Langa, nel territorio di Cumiana. Stava effettuando una discesa di downhill insieme ad alcuni amici, ma all’improvviso ha perso il controllo e si è schiantato contro un albero. I compagni hanno allertato i soccorsi, sul posto è giunta l’eliambulanza 118 la cui equipe a bordo ha proceduto con le manovre di rianimazione cardiocircolatoria, purtroppo senza esito. Il corpo è stato recuperato dal soccorso alpino con l’elisoccorso del 118.

LA PASSIONE PER LE BICI

Un grande appassionato, un professionista impeccabile, Ernesto Mangone era un punto di riferimento per chi ha l’amore per il ciclismo. Sempre con il sorriso sulle labbra, sapeva dare il miglior consiglio dal punto di vista tecnico e sportivo, occupandosi dei suoi clienti h/24. Due anni fa aveva fondato con il fratello Giuseppe il club sportivo “Team Mangone bike”.

“Ti voglio bene fratello – ha scritto di lui Giuseppe – Buona vita in un altro pianeta e sempre full gas. Siamo una cosa sola e lo saremo per sempre”. Tantissimi amici e clienti gli hanno dedicato pensieri sulla pagina Facebook. Particolarmente toccanti le parole di una mamma: “Non capivo perché mio figlio volesse, a tutti i costi, la felpa “di Mangone”, per andare a scuola. Ha rotto le scatole finché non sono passata in negozio, due anni fa. È lì vi ho conosciuti. Ho conosciuto Beppe. Ho conosciuto Ernesto. Ed ho capito in quell’istante che cosa volesse dire far parte del team Mangone Bike Scuola Enduro. E sono uscita consapevole che entrambi avevano vinto il primo posto nel cuore di mio figlio. E come il suo, tutti i cuori di questa grande squadra. La mountain bike è una consapevolezza. Una scelta. Quella fatta anche da Ernesto e da tutti i riders che oggi soffrono. Sempre nei nostri cuori”.

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