LETTERA / TAMPONI AL SAN LUIGI ORBASSANO: “CHE CAOS!”

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LETTERA FIRMATA

ORBASSANO – Ecco la mia prenotazione, già errata. Al San Luigi non fanno il pit stop. Quando arrivi davanti all’ospedale, se non sei particolarmente attento, e non ti accorgi che al bivio per il parcheggio c’e una piccola freccia gialla sbiadita, sei già in ritardo e riinizi il giro.

La seconda volta forse riesci ad entrare e seguire le indicazioni, passando per una stradella mezza sterrata con camion e lavori sui lati. Dopo qualche centinaio di metri, seguendo di nuovo la piccola freccetta, ti ritrovi in un parcheggio dove devi lasciare l’auto. Ci sono diverse entrate e se per fortuna c’è qualcuno, ti segnala quale è quella per il tampone.

Sali una scalettina, ti aprono la porta ed entri in una stanza totalmente con finestre chiuse. Non chiedete di aprirle come ho fatto io perché ancora vi invitano a non fare il tampone. Un infermiere ti fa abbassare la mascherina con bocca coperta e naso fuori e ti infila il tampone nasofaringeo. Poi esci e via un altro e un altro ancora. Poi riprendi la tua macchina, il tuo percorso sterrato e speri di uscire da qualche parte.

Mi chiedo: se la prenotazione è Pitstop perché il tampone non è eseguito con tale modalità? Chi vuole fare il tampone magari non sta molto bene e come me vuole un controllo dopo 15 giorni di positività (e vi assicuro che non sono una passeggiata), è giusto che debba percorrere vie sterrate alla cieca con indicazioni del tutto scadenti? Ma soprattutto, in quella stanzetta dove tutti abbassiamo la mascherina per fare il tampone, senza arieggiamento alcuno, non rischiamo di contagiarci l’uno con l’altro?

Spero davvero di non dover più fare tamponi, ma dovesse essere, certo non andrei al rinomato San Luigi di Orbassano.

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