ALPIGNANO, NESSUNA ESTORSIONE AL RISTORANTE: ASSOLTO GIUSEPPE URSINO

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ALPIGNANO – Mercoledì 25 ottobre il tribunale di Torino ha assolto con formula piena Giuseppe Ursino, 55enne di Bardonecchia e nipote del defunto boss della ‘ndrangheta Rocco Lo Presti, dall’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Assolto nel processo anche un altro co-imputato, alla sbarra per il medesimo reato. La procura aveva chiesto la condanna per Ursino a 4 anni e 8 mesi di carcere: il bardonecchiese ha già scontato una precedente condanna definitiva. Nel settembre 2020 il bardonecchiese aveva inviato dal carcere alcune lettere e messaggi ai titolari del ristorante Lettera 22 di via Almese ad Alpignano, locale che gli era stato confiscato a seguito di un altro procedimento a suo carico per un’inchiesta su riciclaggio e mafia. Il ristorante era stato poi riassegnato. Dopo l’invio di quei messaggi, fatti recapitare ai nuovi gestori del ristorante tramite il co-imputato di Ursino, nel maggio 2022 il giudice aveva disposto l’arresto di entrambi. Ora però è arrivata l’assoluzione: durante il processo l’avvocato difensore di Ursino ha spiegato che quei messaggi non aveva finalità estorsive. L’imputato voleva ottenere dai nuovi (potenziali) titolari del ristorante Lettera 22 una sorta di avviamento, per riavere i soldi spesi per riparare i danni che il locale aveva subito a seguito di un nubifragio. Il legale ha presentato alcuni documenti, depositati al catasto del Comune, che attestavano danni al ristorante per 80mila euro, causati dall’esondazione del lago Bonadies a seguito del maltempo.

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