RIVOLI, IN COMUNE ANCORA POLEMICHE PER IL CASO ZOAVO

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di STEFANO TONIOLO

RIVOLI – Come aveva preannunciato il sindaco Franco Dessí, durante lo scorso consiglio comunale è stato discusso l’oggetto della mozione di sfiducia al sindaco che non era stata accettata perché il numero di consiglieri firmatari non era sufficiente. Al centro delle polemiche, quindi, ancora la questione Zoavo. “Non c’entrano i guai giudiziari dell’assessore, ma c’entra il fatto che la costituzione parte civile deve essere per tutti e non per alcuni”, ha detto il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Stefano Torrese, mentre Senatore chiedeva a gran voce un “rimpasto”. “Riteniamo che la mozione di sfiducia presentata e poi ritirata sia stato un atto irresponsabile, in quanto il sindaco ha ottemperato al suo compito. Cominciamo col dire che il sindaco non ha commesso nessun illecito”, ha risposto il capogruppo del Partito Democratico, Santoiemma. Poi ha provato a fare chiarezza l’avvocato dell’assessore Zoavo, che spiegato come l’assessore abbia voluto “far risparmiare dei soldi al Comune, essendoci un procedimento in corso la cui sentenza non è certa” e come “ abbia più volte offerto le sue dimissioni, che il sindaco ha respinto”. “Per onestà e rispetto del Consiglio Comunale la decisione del sindaco (di accettare il risarcimento e di non costituirsi parte civile contro Slavo) avrebbe dovuto essere portata in Consiglio Comunale, anche se non era tenuto a farlo. A fine dibattito poi è stato lo stesso Dessi a riservarsi un intervento per rispondere. “Dopo la sfiducia la cittadinanza non ci aveva capito e saremmo stati accusati dall’opinione pubblica di avventurismo politico. Dietro questa mozione di sfiducia intravedo la tendenza giustizialista e demagogica di taluni, il populismo qualunquista di certuni e l’impotenza e la frustrazione di altri. Il tutto con una connotazione di destra populista. È una strumentalizzazione politica per cercare consenso”, ha replicato duramente Dessí. Il Consiglio Comunale poi ha dato spazio, dopo circa due ore di discussione, alle altre mozioni.
Riconosciuta la lingua dei segni italiana.
È passata all’unanimità la mozione presentata dal Partito Democratico sul riconoscimento della LIS (Lingua dei segni italiana). Presenti durante il Consiglio Comunale aperto dei rappresentanti dell’Ens (Ente Nazionale Sordi), che a più riprese hanno ringraziato il Consiglio. “La nostra è una lingua e non un linguaggio. Il riconoscimento porterà beneficio non solo alle persone sorde, ma anche a quelle udenti”, ha dichiarato il presidente seria sezione provinciale dell’ Ens, Tineo. “È un riconoscimento super partes”, ha dichiarato lo stesso.

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