COLLEGNO, DENUNCIATO BRACCONIERE: USAVA CAVI D’ACCIAIO PER INTRAPPOLARE GLI ANIMALI

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dall’UFFICIO STAMPA CARABINIERI FORESTALI TORINO

COLLEGNO – I carabinieri forestali di Collegno e di Almese e i carabinieri del comando stazione di Collegno, coadiuvati dal NIPAAF del gruppo forestale di Torino, all’alba di martedì 27 marzo hanno sottoposto a perquisizione domiciliare I.V., pensionato di 73 anni residente a Collegno, responsabile di diverse attività e condotte illecite a danno della fauna selvatica.

Dopo aver svolto per diversi mesi un’accurata attività d’indagine, gli investigatori della specialità forestale dell’arma in servizio al comando di Collegno, hanno individuato a Val della Torre il cacciatore di frodo che utilizzava, in periodo di divieto generale della caccia, mezzi vietati per l’esercizio venatorio, comunemente chiamati lacci, costituiti da cavi di acciaio.

L’uomo posizionava i congegni lungo i sentieri del bosco, pronti a scattare per la cattura di qualsiasi animale di passaggio. L’uso di tali strumenti è proibito, poiché in modo indiscriminato vengono uccisi sia animali selvatici che domestici, specie protette e/o in via d’estinzione, con metodi cruenti che cagionano enormi sofferenze agli animali. Gli esemplari che finiscono in queste trappole mortali, trovano la morte solo dopo ore di sofferenze e una lunga agonia, per dissanguamento o strangolamento. Il bracconiere è stato anche visto percorrere assiduamente i boschi pubblici di Val della Torre con una lunga scure, attrezzo il cui porto non era giustificabile per le circostanze.

Le attività di perquisizione non hanno fatto che avvalorare quanto già scoperto e sono stati sequestrati all’uomo sette “lacci” oltre alla scure. Sono stati inoltre sequestrati un fucile calibro 22 alterato per consentire l’uso di silenziatore volto ad aumentarne l’offensività, 425 gr. di polvere da sparo e il munizionamento irregolarmente detenuto. Per i reati contestati, oltre alle denunce alla Procura della Repubblica di Torino, all’indagato sono state cautelativamente ritirate le armi e le munizioni legalmente detenute, il porto d’armi, con inibizione dall’attività venatoria.

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