RIVALTA, IL CENTRO SINISTRA CONTRO IL CASELLO DI BEINASCO

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dal PARTITO DEMOCRATICO DI RIVALTA

RIVALTA / BEINASCO –  All’incontro con la ministra De Micheli le amministrazioni locali della zona sudovest di Torino porteranno la voce di una comunità che è stanca e preoccupata per la situazione, fin troppo sottovalutata, del carico ambientale che questa parte di territorio piemontese deve sopportare quotidianamente, aggravato dalla mole di traffico generato dalla presenza del casello di Beinasco. Sapranno di poter contare sull’appoggio del Partito Democratico, di tutti suoi circoli locali e di tutte le forze politiche del centrosinistra come Sinistra
Italiana e Art.1 Mdp.

È questo che emerge con evidenza dall’incontro tra amministratori e politica svoltosi a Rivalta martedì 22 ottobre, organizzata dal coordinamento dei circoli Pd della zona sud di Torino assieme a Sinistra Italiana e Art.1 Mdp. All’incontro sono intervenute rappresentanze dei circoli Pd di Rivalta, Bruino, Orbassano, Beinasco, Piossasco, Volvera, nonché quelli di Rivoli, Alpignano, None, così come sono intervenuti rappresentanti di ART.1 Mdp e Si. Hanno inoltre preso parte all’incontro, la vicesegretaria Pd e consigliera regionale Monica Canalis, Nadia Conticelli per la segreteria metropolitana PD, il consigliere regionale Alberto Avetta, il consigliere metropolitano Maurizio Piazza, l’ex consigliere regionale e vicesindaco di Bruino Andrea Appiano. A questi si aggiungono ovviamente le amministrazioni o i consiglieri comunali di Rivalta, Piossasco, Airasca, Bruino, Beinasco, None, Orbassano.

Un’ora e mezza di confronto sul tema della richiesta di rimozione del Casello di Beinasco che si è allargata alla più generale necessità di rivedere il sistema di pedaggiamento e concessione del Sistema Tangenziale di Torino, anche alla luce del Bando di Gara per il rinnovo della concessione pubblicato nelle scorse settimane dal Ministero dei Trasporti che unisce in un’unica concessione tratti viari disomogenei fra loro (sistema tangenziale torinese, incompleto per l’assenza del tratto EST che andrebbe a chiudere l’anello intorno alla città la cui costruzione non è per ora prevista, le autostrade Torino-Aosta, Torino-Piacenza e Torino-Pinerolo, la costruzione di quest’ultima è stata il motivo per il quale venne istituito il casello di Beinasco).

Un sistema di pedaggiamento assolutamente iniquo che vede la presenza quasi casuale di caselli a fronte di tratti che non ne prevedono alcuno, con l’unico risultato di vedere intasata la viabilità ordinaria immediatamente prima del casello per poi riconfluire sulla tangenziale dopo il casello stesso. Tutto ciò produce anche un livello d’inquinamento insopportabile per le popolazioni che vivono in questi territori.

La peculiarità del casello di Beinasco tuttavia sta nel fatto che nell’immediato futuro in questa porzione di territorio vedremo nascere la stazione Sfm5 di Orbassano vicino all’ospedale San Luigi, dal 1 gennaio 2020 inizierà il trasferimento di tutta la logistica Fca presso l’ex stabilimento Fiat Rivalta con le relative maestranze, da non sottovalutare vi è anche l’obiettivo Fca di trasferire quanto più possibile su ferro il traffico merci e quindi insistente sullo scalo di Orbassano che genererà conseguentemente un aumento del traffico su gomma da e per gli stabilimenti di produzione torinesi e ricambi a Rivalta e questo solo nell’immediato futuro. Pare perciò una grave sottovalutazione quella che assegna soli 5 punti su 100 al carico ambientale in un territorio, come è emerso nell’incontro, che già sopporta l’esistenza della ex Servizi Industriali e il termovalorizzatore del Gerbido oltre al traffico veicolare.

L’auspicio quindi è che il ministero ascolti la voce del territorio rappresentata dai sindaci e dalle istituzioni regionali e metropolitane convocate per il 7 novembre a Roma, che comprenda la necessità di rivedere ovvero ritirare il bando di gara così come concepito dal passato governo e sappia che la voce che si leva è univoca in tutte le forze del centrosinistra locale, il casello di Beinasco va eliminato e, probabilmente anzi, certamente, non è l’unico.

Predisporre un sistema di pedaggiamento equo che renda più conveniente l’uso del Sistema Tangenziale rispetto alla viabilità ordinaria dev’essere uno degli obiettivi coniugato alla scomparsa dei caselli e di quello di Beinasco in particolare, oltre al fatto che resta poco comprensibile che i veicoli che percorrono la tangenziale torinese debbano farsi carico degli oneri per la messa in sicurezza dello svincolo autostradale di  Ivrea (il “nodo idraulico” di Ivrea), da tempo promesso e ipotizzato ma mai finora realizzato. Un ultimo rilievo va fatto sul previsto indennizzo alle società attualmente gestori qualora dovessero perdere l’appalto a seguito della gara, è quantomeno curioso che si indennizzi una società perché una volta scaduto il contratto ci si rivolge ad un’altra. È cosa assai singolare ancor più se si pensa alla cifra (oltre 170 milioni di euro per Ativa e 134 milioni per Satap).

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