GRUGLIASCO: “MIA MAMMA È MORTA NELLA CASA DI RIPOSO”

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GRUGLIASCO – Continuano le indagini sulle morti sospette alla casa di riposo di Grugliasco. Intanto una delle parenti delle anziani decedute nella Rsa San Giuseppe ha fornito la sua testimonianza a CinturaOvest, sul dramma appena vissuto. La donna ha anche presentato denuncia ai carabinieri insieme ad altre famiglie per chiedere che venga fatta luce sulla vicenda. Soprattutto per il fatto che queste famiglie, secondo l’accusa, non sarebbero state informate per tempo sui casi di contagio per Coronavirus all’interno della struttura sanitaria.

“Mia mamma è morta venerdì 27 marzo nella casa di riposo, aveva 85 anni – spiega la signora Franca – era malata di Alzheimer e l’avevamo portata nella Rsa da dicembre 2019. A gennaio aveva già avuto una bronchite virale, come altre ospiti della struttura. Poi si è ripresa, ma fino alla fine di febbraio, quando ha iniziato a mangiare di meno. Quando la andavo a trovare, notavo dei peggioramenti. Dal 5 marzo i parenti non potevano più entrare per le visite, prima si poteva, ma solo una persona per volta”.

Giorno dopo giorno la mamma di Franca peggiora sempre di più, secondo il racconto della figlia: “Il 20 marzo, dalla casa di riposo ci chiamano e ci avvisano che dovevamo recarsi da loro, per l’ultimo saluto a mia madre – spiega la donna – siamo andate io e mia sorella. Ci hanno chiesto di entrare con mascherina e guanti, siamo salite una alla volta per vedere mamma per l’ultima volta. Ma nessuno dalla struttura ci ha detto che c’era il rischio di contagio per Coronavirus”.

Entrata in camera, Franca si trova di fronte una scena che non dimenticherà mai: “Mia mamma era riversa sul fianco, aveva la bocca sporca di sangue e sputava tanto catarro – spiega a CinturaOvest – ho scattato anche delle foto. Vedendola così, avevo il sospetto che potesse essere Coronavirus, ma mi è stato risposto di no. Allora ho baciato mia mamma sulla fronte e sulla guancia, visto che era in fin di vita. Poi è entrata un’altra operatrice e mi ha urlato che non dovevo starle così vicino”.

Passano i giorni e in quella settimana Franca si tiene in contatto telefonico con gli operatori della casa di riposo, fino a mercoledì 25 marzo: “La geriatra mi ha detto che mia mamma era alla fine della sua malattia, ossia l’Alzheimer. Io ho chiesto come mai sputasse sangue dalla bocca e muco, se potesse essere Coronavirus, ma mi è stato risposto che forse aveva altri problemi, alle gengive, ecc. Poi, nella notte tra giovedì e venerdì, mia mamma è mancata. Siamo tornate alla casa di riposo. Ci hanno detto che dovevamo stare a 1 metro di distanza dalle altre persone, ma anche in quell’occasione ho baciato mia mamma sulla fronte, nessuno mi ha detto che c’era il rischio di contagio per Coronavirus. Nella camera mortuaria c’erano altre salme di ospiti della struttura, non solo quella di mia madre. Sono poi tornata nuovamente a vederla altre volte, con mia zia che ha 83 anni, e poi sabato 28 marzo con mia figlia piccola, che voleva salutare la nonna. Il giorno seguente, domenica mattina, ho riportato ancora una volta mia zia in casa di riposo per salutare mia madre”.

La salma della mamma di Franca viene cremata e secondo quanto riportato dalle carte, la sua morte non sarebbe imputabile al Coronavirus: “Dalla casa di riposo mi dicono che potevamo chiudere la bara e portala via per la cremazione – afferma Franca – chiedo ancora una volta se è vero che nella struttura ci fossero casi di Coronavirus, e finalmente mi dicono di sì. Chiedo a loro se mia mamma è morta per quello, ma mi rispondono di no, che non aveva sintomi di quell’infezione. Ma se l’avessi saputo prima che nella casa di riposo c’erano stati già dei contagi, io non avrei portato mia zia e mia figlia nei giorni precedenti”.

Proprio per questo Franca ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri: “Se già il 20 marzo si sapeva che c’era qualcosa che non andava e dei contagi all’interno della casa di riposo, con un’operatrice contagiata, perché non ci hanno detto nulla nei giorni precedenti? Per fortuna fino ad ora stiamo bene, sono già passati una decina di giorni dal 27 marzo, quando ho baciato la testa di mia mamma per l’ultima volta. Proprio per questo abbiamo fatto l’esposto, vogliamo capire perché non siamo stati subito informati del potenziale rischio di contagio”.

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