CASA DI RIPOSO DI ALPIGNANO: “MORTI 32 ANZIANI DAL 1° MARZO, CONTAGIATI 7 INFERMIERI E IL 20% DELLE OSS”

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ALPIGNANO – Dal 1° marzo ad oggi sarebbero 32 gli anziani ospiti deceduti nella casa di riposo “Al Castello” di Alpignano. Il dato è stato diffuso in un comunicato stampa dalla Uil, intervenendo a proposito delle polemiche emerse negli ultimi giorni e le proteste delle famiglie, di cui ha dato notizia proprio ieri CinturaOvest

“Degli 11 infermieri presenti, 7 sono risultati positivi al Covid-19” spiega il sindacalista Michele Nessenzia “circa il 20% degli operatori socio sanitari sono risultati positivi, ma sono ancora in corso i tamponi”.

Tamponi richiesti già da tempo dal sindacato: “Un questi giorni ci saranno ulteriori integrazioni – aggiunge Nessenzia – poiché stiamo aspettando gli esiti di tutti i tamponi, il rischio è che non si riesca più a gestire questa emergenza per mancanza di risorse umane e lentezza nella certificazione del personale a casa per sospetto Covid-19. In parole povere, mancano i tamponi a chi è stato messo in isolamento preventivo e non può rientrare per supportare i colleghi”.

Secondo il sindacato “il contagio si sarebbe manifestato per ospiti che hanno avuto bisogno di essere visitati negli ospedali pubblici per emergenze sanitarie non riconducibili a sintomi da Covid-19. Al rientro dagli ospedali hanno manifestato, dopo alcuni giorni, febbre alta e sintomi non riconducibili al Coronavirus”. Nonostante le varie difficoltà “tutto il personale sanitario ha continuato a lavorare giorno dopo giorno fino ad ammalarsi, nessun operatore ha abbandonato la struttura, ma sono stati decimati dal contagio, sono eroi invisibili che lottano ogni giorno per salvaguardare la memoria storia del nostro Paese”. “C’è rammarico – conclude Nessenzia – poiché nessuno ha voluto ascoltare il nostro grido di aiuto, facendo in modo che ci fosse una tempesta perfetta”.

Tra i vari lavoratori, in attesa dell’esito dei tamponi, spiccano le operatrici del reparto mensa della struttura di Alpignano. “Le 12 lavoratrici della mensa sono state chiamate dalla direzione sanitaria soltanto venerdì 17, e quindi in piena emergenza, per fare il tampone – spiega il segretario della Cisl Fisascat Sabatino Basile – Nella stessa mattinata le operatrici, che aspettavano di fare il tampone in struttura, sono state bloccate. Infatti, si sono sentite dire che, per problemi tecnici, non sarebbe stato possibile fare i tamponi. I test sono stati fatti soltanto lunedì 20 aprile. Questi tamponi andavano fatti 3 settimane fa. Questo ritardo è un ulteriore rischio. Venerdì 17, in un modo o nell’altro, andavano fatti“.

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