CORONAVIRUS A RIVOLI: SU RAIUNO IL PAZIENTE DIMITRI E IL DOTTOR GRIO

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di ANGELO FRANCO

RIVOLI – Durante la puntata di ieri, venerdì 24 aprile, del programma “La vita in diretta” in onda su Rai 1, la conduttrice Lorella Cuccarini si è collegata con il dottor Michele Grio, direttore della Struttura complessa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Rivoli, per un’intervista sullo stato attuale dell’emergenza sanitaria a Rivoli e in Piemonte.

“Nelle scorse settimane abbiamo vissuto una situazione in cui il picco ci ha particolarmente provati, è stata una prova alla quale la sanità pubblica ha saputo rispondere prontamente, riorganizzandosi, ma adesso c’è un miglioramento. Questo non significa che dobbiamo abbassare la guardia e che stiamo uscendo dall’emergenza, sicuramente iniziamo a vedere una luce in lontananza, ma siamo ancora all’interno del tunnel” – queste le parole del medico rivolese in prima linea nella lotta al Covid-19.

In merito alla situazione di contagio all’ospedale di Rivoli, il dottor Grio ha dichiarato: “La situazione è diversa rispetto a tre settimane fa, non siamo più in una fase di invasione come quella che abbiamo dovuto affrontare nei giorni scorsi, ci sono meno casi e più tempo da dedicare ai nostri pazienti e ai loro percorsi di cura. Il dato fondamentale è relativo all’occupazione dei letti in terapia intensiva: in Piemonte disponevamo di 250/300 posti di rianimazione, che all’inizio della crisi erano stati totalmente invasi, così avevamo dovuto raddoppiarli. Oggi diminuiscono i pazienti gravi”.

Sempre a “La vita in diretta” viene trasmessa anche la testimonianza di Dimitri, che pochi giorni fa è stato dimesso dall’ospedale di Rivoli ed tornato a casa dalle sue figlie dopo un’odissea durata tre mesi. In merito all’operato dei medici e degli infermieri che lo hanno assistito in questa battaglia, commenta: “Ho un ricordo molto umano, un contatto emotivo con le persone che ti circondano e che sanno perfettamente in quali difficoltà ti trovi, perché pure loro tutti i giorni si trovano a relazionarsi con le stesse difficoltà e a lavorare in condizioni piuttosto estreme”, per poi concludere con un messaggio indirizzato a chi sta ancora combattendo: “Lottate, lottate sempre, se non lo volete fare per voi, fatelo per chi vi aspetta a casa e soprattutto, vogliatevi bene”.

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