di REBECCA DE BORTOLI
COLLEGNO / TORINO – Secondo il Tribunale di Torino Alex Pompa non ha ucciso il padre per legittima difesa, quindi sarà condannato ed è ritenuto colpevole di omicidio, ma 14 anni di reclusione sono troppi. Giovedì 4 maggio i giudici della Corte d’assise d’Appello hanno rinviato gli atti alla Corte Costituzionale per concedere eventuali attenuanti alla pena. Per i giudici della Corte d’appello serve «una pena calibrata e proporzionale» al fatto e alla personalità dell’imputato. La camera di consiglio è durata 6 ore. Il processo è stato quindi “sospeso”: il giovane era stato assolto in primo grado, ma ora – secondo quanto dichiarato alla Rai dal suo avvocato Claudio Strada – Alex sarà condannato e ritenuto colpevole. Il 30 aprile 2020, a Collegno, Alex aveva ucciso il padre con 34 coltellate durante l’ennesima lite tra l’uomo e la mamma del giovane. I giudici hanno letto l’ordinanza d’appello, in cui emerge che secondo loro non si sia trattato né di legittima difesa e nemmeno di eccesso colposo. E’ stata quindi sollevata una questione di legittimità alla Corte di Costituzionale sulla legge. La pena per omicidio aggravato dal vincolo di parentela vieta infatti di dichiarare la prevalenza di alcune attenuanti (come la giovane età, la provocazione e un parziale vizio di mente): l’obiettivo sarebbe quello di arrivare ad una pena più bassa per Alex Pompa, rispetto ai 14 anni chiesti dal pubblico ministero. “Alex sarà condannato – ha dichiarato l’avvocato Claudio Strata alla Rai – ora il processo è sospeso, ma l’ordinanza afferma chiaramente che non è un caso di legittima difesa e, quindi, la sentenza sarà di colpevolezza. Ricorreremo in Cassazione. Ma sono molto amareggiato. Alex non è un assassino e questo non è un omicidio”. Alex Pompa quindi sarà condannato per omicidio volontario aggravato dalla parentela, ma lo stesso pm ha invitato i giudici a interpellare la Corte Costituzionale per una questione di legittimità costituzionale sulla legge, che impedisce di concedere le numerose attenuanti che ci sarebbero in questo caso: i 14 anni richiesti potrebbero quindi essere ridotti, e questo lo potrà stabilire la Corte Costituzionale. Nel frattempo, l’avvocato di Alex Pompa ricorrerà in Cassazione per ribadire la non colpevolezza del ragazzo: “Non è un assassino. È un ragazzo che è cresciuto troppo in fretta, che ha vissuto cose che avrebbero distrutto una roccia. Alex ha evitato una strage”.