CANE UCCISO DAI BOCCONI AVVELENATI: “GIUDITTA MERITA GIUSTIZIA”

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La cagnetta Giuditta

di GABRIELE GERBI

GRUGLIASCO – Vi scrivo per raccontare la nostra storia, mia, di mia moglie elisa, della piccola Vittoria e del cane Giuditta. Giuditta era un bracco tedesco femmina di 2 anni, membro della famiglia e insostituibile compagna della piccola vittoria di appena 15 mesi. Giuditta è mancata alle 16 del 10 maggio 2024 alla clinica Veterinaria Universitaria di Grugliasco, in un giorno soleggiato di primavera avvelenata dalla mano dell’uomo. In una passeggiata al bosco della memoria, un parco poco distante dall’università è sfuggita al controllo dell’accompagnatrice attirata da dei bocconi di pane avvelenati con il metaldeide, un potente veleno. Nonostante il tempestivo intervento non c’è stato nulla da fare per salvarla. Grazie alla nostra perseveranza siamo tornati sul luogo dell’avvlenamento alla ricerca di tracce che potessero spiegarci come la piccola Giuditta avesse perso la sua giovane vita. Dopo estenuanti ricerche abbiamo rinvenuta l’equivalente di una borsa della spesa di bocconi avvelenati, sparsi nei campi in semina. Vogliamo raccontare questa storia per ricordare Giuditta e per invitare chiunque subisca un fatto simile a non limitarsi a compiangere il proprio fedele amico ma attivare tutte le procedure necessarie perché i colpevoli vengano sanzionati. Abbiamo piantonato per ore i bocconi ritrovati, facendo telefonate sempre più pressanti alla polizia municipale e ai carabinieri. In un primo momento ci è stato addirittura detto che avremmo dovuto dovuto rimuovere noi i bocconi avvelenati. Abbiamo insistito, perché la polizia municipale intervenisse. Abbiamo dovuto anche assistere all’intervento del proprietario di uno dei due campi su cui erano presenti i bocconi che ha cercato di rimuovere quelli presenti sulla sua proprietà. Per fortuna i cellulari sono sempre a portata di mano e abbiamo documentato tutto. È stata esposta una notizia di reato da parte della polizia municipale alla procura della repubblica. Abbiamo dovuto prelevare personalmente il corpo della piccola Giuditta e portarlo all’istituto zooprofilattico di Torino per l’autopsia insieme ai campioni biologici. Abbiamo compilato moduli, fatto telefonate contro una burocrazie e procedure parzialmente conosciute dagli attori in campo. Non ci siamo arresi e abbiamo superato questo girone dantesco di burocrazia con la morte nel cuore. Ora non ci fermeremo, procederemo alle denunce del caso per accertare la verità su questa vicenda. Segnaliamo la nostra storia perché la vita di una cane ha la stessa dignità di quella di un essere umano e la libera convivenza di animali e persone deve essere rispetta da tutti. Perché non è possibile parlare di civiltà e di diritti umani sconcertandoci per le guerre che ci circondano quando non si riesce neanche a vivere civilmente in uno spazio urbano con le persone e gli animali che lo abitano. Abbandonare esche avvelenate è un reato così come lo è causare morte e dolore agli animali. È un pericolo grave per l’incolumità pubblica, per le persone, per gli animali selvatici e domestici. Tali pratiche diffuse in agricoltura devono essere fermate e combattute e deve essere sanzionato chi si macchia di un gesto tanto vile.

Foto 1 dei bocconi avvelenati
Foto 2 dei bocconi avvelenati
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1 COMMENTO

  1. Giuditta era stupenda l’abbiamo conosciuta inquanto la nostra Gemma ci giocava assieme ……Piango e sono molto addolorato.Noi umani siamo dei mostri

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