ALPIGNANO, PARLA L’EX SINDACO OLIVA: “SONO STATO TRADITO, MA NON MI ARRENDO”

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di CHIARA BARISON

ALPIGNANO – L’ex sindaco di Alpignano Andrea Oliva ripercorre le vicende che hanno portato all’intervento, avvenuto il 28 dicembre, del viceprefetto di Torino Paolo Accardi: “Il commissariamento è un atto assurdo” – afferma Oliva. L’inizio della fine ha avuto luogo durante il consiglio comunale di Alpignano del 23 dicembre scorso, in cui si sono dimessi undici consiglieri su sedici. Una mozione di sfiducia “di fatto” a proposito della quale abbiamo deciso di parlare con il diretto interessato, l’ormai ex primo cittadino alpignanese.

Che cosa pensa di questa vicenda?
Il commissariamento è un atto assurdo perchè io ho sottoscritto, insieme ai consiglieri che sono stati eletti ma soprattutto con gli assessori che sono stati nominati da me, il documento fondamentale per l’amministrazione di un comune, ossia il programma di mandato. È stato completamente rispettato fino allo stato attuale anche se c’erano delle situazioni che non sono state seguite come avrebbero dovuto, è stata quindi mia necessità spingere sull’acceleratore per portare a compimento tutta una serie di questioni. L’atto di commissariamento che ha seguito la sfiducia mossa nei miei confronti in quanto sindaco è ingiustificato. Non sussistono i gravi motivi e non si può sfiduciare un sindaco se vi sono dei dati oggettivi di mancanza di fiducia tra sindaco e assessori. Non ho compiuto nessun atto illegittimo revocando le nomine agli assessori Giovanni Bignolo e Tamara Del Bel Belluz.

Si sente tradito, qual è il suo stato d’animo?
Mi sento tradito, assolutamente sì. Tutte le delibere di giunta sono state votate favorevolmente e se qualcuno aveva da ridire avrebbe dovuto evidenziarlo. Tutto ciò che è stato fatto è stato pienamente condiviso nelle sedi opportune. Fanno tutti fatica ad evidenziare le attività che avrei svolto in assenza di condivisione: io non avevo alcuna delega a parte quella della polizia municipale. Le deleghe erano tutte dei vari assessori e tutte le delibere di giunta sono avvenute su proposta dei vari assessori. Io non ho fatto nessuna attività che fosse in controtendenza rispetto al programma elettorale condiviso da tutti i consiglieri. È mancata la base fondamentale dell’amministrazione, ossia la divisione di compiti e ruoli: i consiglieri hanno il compito di indirizzo politico e di controllo, la giunta ha il compito di tradurre l’indirizzo politico in atti di giunta, il sindaco è il responsabile di questi atti e quindi coordina queste attività. In realtà, i nostri consiglieri hanno preteso di svolgere delle attività che non erano lecite per il loro ruolo come la gestione, che compete ai funzionari. Questi sono gli aspetti fondamentali previsti dal testo unico degli enti locali.

Come risponde alle accuse di aver agito in sordina?
Io non ho mai agito in sordina, semplicemente non mi sono fatto consigliare da chi non ne aveva titolo. L’Associazione Culturale “Il laboratorio delle idee” nel corso degli ultimi anni ha preteso di condurre l’attività amministrativa che è di competenza dei consiglieri, del sindaco e della giunta. L’associazione culturale ha nel suo statuto un’attività di avvicinamento alla politica da parte dei cittadini e promozione di serate con questi ultimi per una buona politica. Non si tratta di un organo eletto. Io ho sempre rispettato l’indirizzo dei consiglieri e non ho mai preso nessuna decisione traducibile in atti di giunta e di consiglio in autonomia.

Quali parti del programma elettorale non erano state portate a compimento?
Ad esempio, per quanto riguarda il patrimonio, di competenza dell’assessore Brignolo, eravamo completamente fermi: regolamenti fermi nei cassetti dell’assessore. Non abbiamo nemmeno potuto liberare un negozio di proprietà dell’amministrazione per renderlo parte del patrimonio disponibile che può essere alienato per poter incamerare delle somme da reinvestire sul territorio. La mia necessità era invece quella di incidere molto di più: l’assessore non si è nemmeno occupato della bocciofila bonificata dall’amianto facendo un bando o decidendo di riaffidarla all’associazione che se ne occupava prima dei lavori. Nonostante i lavori di ristrutturazione siano terminati, la bocciofila resta chiusa. Non solo non vedevo risultati ma ho trovato anche molto ostruzionismo da parte di Brignolo. Per questo motivo ho visto la necessità di spostate le deleghe e darle ad un altro. Era già stato individuato l’assessore Morra che aveva dimostrato molta più disponibilità in termini di tempo e di presenza. Sempre Brignolo, assessore al welfare, non ha mai partecipato a nessuna riunione del consorzio socio-assistenziale di cui io stesso ero presidente. Io, nella mia qualità, svolgevo il ruolo di mediatore e non potevo portare in prima istanza le necessità del comune di Alpignano. Brignolo, che avrebbe dovuto fare le mie veci, in circa una quarantina di assemblee in tre anni e mezzo, è venuto una sola volta. Io avevo già fatto presente in più occasioni la necessità di affidare le deleghe ad altri assessori che avevano dimostrato maggiore disponibilità in termini di tempo. Questa proposta l’avevo fatta prima agli assessori di riferimento: non hanno preso la mia iniziativa nel modo giusto e mi hanno impedito di compiere questo passaggio in modo sereno. Gli assessori non volevano assolutamente rinunciare a queste deleghe.

Che cosa recrimina invece all’assessore Tamara Del Bel Belluz?
L’assessore non si è mai rapportata con il sottoscritto. Io le ho affidato le deleghe e lei ha agito in completa autonomia senza relazionarsi con il sindaco. Ha fatto attività che non hanno portato a risultati e ne ha cassate altre senza dare giustificazioni, nonostante potessero dare un contributo significativo al territorio. Quando un’associazione (in ambito sportivo, eventi…) presenta delle proposte ci si aspetta che l’assessore di riferimento porti questa istanza a me e se ne discuta insieme.

Pensa di aver fatto degli errori?
Assolutamente sì. L’errore principale è stato quello di non aver imposto e fatto valutare sin dall’inizio chi dovesse fare cosa. La corretta distribuzione dei ruoli è stata certamente una mancanza. Io speravo che tutti fossero sufficientemente colti dal punto di vista della normativa per comprendere quali dovessero essere i compiti di ogni organo: purtroppo questo non è avvenuto anche per una mia mancanza. Il mio comportamento all’interno della giunta nei confronti dei consiglieri è stato adeguato, io non ho mai forzato la mano sulla necessità di portare avanti delle attività piuttosto che altre ed è sempre stato tutto condiviso.

Che cosa pensa della presa di posizione dell’assessore D’Abbene?
Il fatto che io l’avessi scelta come vicesindaco significa che l’assessore D’Abbene aveva portato dei risultati e aveva lavorato bene, anche se in piena autonomia e in contrasto con il sottoscritto. Al contrario di Brignolo e Del Bel Belluz ha ottenuto risultati importanti per il territorio. Io interpreto la sua presa di posizione come amicale nei confronti degli assessori Brignolo e Del Bel Belluz, si tratta quindi di una decisione non giustificabile. Se non avesse condiviso le mie attività in termini politico-amministrativi sarebbe stato un conto, il fatto che abbia dato le dimissioni perchè contraria alla rimozione di due pilastri importanti dell’associazione culturale trovo sia stucchevole ed improponibile. È evidente e sono dati oggettivi che gli assessori Brignolo e Del Bel Belluz non abbiano lavorato come avrebbero dovuto.

Che cosa farà adesso, pensa di ripresentarsi alle prossime elezioni oppure di lasciare la vita politica?
Vediamo se ci saranno i presupposti in questi pochi mesi che precedono le elezioni. Il progetto della lista civica nasce da una mia idea, coinvolgendo l’assessore Brignolo. Sono sempre stato molto combattivo: nel 2004 è iniziato il mio percorso politico e di certo non mi arrendo di fronte ad una completa non lungimiranza politica da parte delle persone che hanno lavorato con me. Il passo che hanno fatto va contro ogni logica di buon governo. È una logica di amicizie e non è assolutamente giustificabile. Quando ho ricevuto una convocazione da parte dei consiglieri in cui mi è stato chiesto quali fossero le mie intenzioni a proposito dell’organizzazione della giunta fino alla fine del mandato, il consigliere Cipriano si è espresso in questi termini: “Le deleghe all’assessore Brignolo e Del Bel Belluz non si toccano. In caso contrario sarà possibile solo un’alternativa: mozione di sfiducia al sindaco”. Io sono una persona retta ed integra e non mi faccio certo ricattare dai miei consiglieri. La mozione di sfiducia è un atto grave e non si utilizza perchè il sindaco sposta legittimamente le deleghe da un assessore all’altro: c’è un programma elettorale da rispettare ed è compito del sindaco ridistribuire le deleghe per mandarlo avanti.

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1 COMMENTO

  1. Che la giunta municipale affondasse lo volevano sicuramente le 2 sinistre cittadine abituati da decenni a deliberare; dispiace che siano stati proprio alcuni consiglieri a far naufragare una buona amministrazione che in modo parco ha eseguito molti lavori pubblici senza la decennale sinistra.

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